Silvia Nava è nata nel 1963 a Milano, dove si diploma al liceo Artistico di Brera. Immediatamente attratta dalla tecnica e dalla personalità autorevole ed amichevole del maestro Anna Pavesi, a metà degli anni ’80 intraprende con decisione la via dell’Acquerello, come unica modalità espressiva e professionale. Successivamente il maestro Aurelio Pedrazzini le permette di approfondire e scoprire la bellezza del paesaggio. La tecnica dell’acquerello puro, interpretata da Silvia con ampie campiture di colori decisi nel tono e nella stesura, ben si addice al temperamento della pittrice, che, con le sue prime apparizioni ad esposizioni collettive, e a seguito delle sue prime mostre personali, inizia ben presto ad incontrare il favore del pubblico e della critica Milanese, per poi affermarsi a livello nazionale ed internazionale. Dal 2021 risiede stabilmente in Val Badia, a stretto contatto delle “sue” Dolomiti, dove, da pittrice sci-alpinista, trae ispirazione per le sue opere tematiche sulla montagna.
Cime dolomitiche cm. 64,5 x 103,5 Collezione privata
Cime dolomitiche cm. 64,5 x 103,5 Collezione privata
Sono opere piene di luce; una luce profusa senza risparmio, anche nei cieli più nuvolosi, che dona all’insieme del soggetto raffigurato una insolita brillantezza che attrae e conquista lo sguardo.
Rende con maestria, Silvia Nava, la maestosità dei monti e la dolcezza dei declivi e delle vallate, conducendo il nostro sguardo in un percorso sempre armonico che esprime una profonda bellezza.
Questa bellezza non può essere solo il frutto di una abilità acquisita con studio e applicazione, ma si deve, piuttosto, ad un talento che Silvia ha ricevuto in dono, e che, come tale, ha saputo riconoscere ed assecondare, anche con radicali scelte di vita, come andare a vivere vicino alle “sue” Dolomiti.
Silvia guarda la natura e traspone nei suoi acquerelli non solo ciò che i suoi occhi vedono ma anche quel “di più” che il suo cuore percepisce.
Quel di più che è la “voce che risuona in ogni cosa”, per usare le parole di don Massimo Camisasca nel libro, “Una voce nella mia vita” che l’opera di Silvia ha riportato alla mia memoria.
E lo sguardo di Silvia sulle cose, trasfuso nelle sue opere, ci aiuta a percepire la “vocazione” di ogni cosa poiché, come scrive Camisasca nel libro citato: “Anche gli alberi, i fiori e le montagne, perfino la pietra ha la sua vocazione, che può essere quella di diventare la “pietà di Michelangelo” oppure di essere levigata dalle onde sulla riva del mare o ancora di restare uguale a sé stessa nel corso dei secoli. Ogni pietra è chiamata ad essere pietra secondo il disegno del suo Creatore”.
Un grande artista e grande uomo, Antoni Gaudì, ha lasciato un’opera imperitura, che a distanza di quasi un secolo dalla sua morte suscita ancora un immutato stupore. E gli è stato possibile proprio facendo quel che Silvia oggi fa: leggere nel grande libro della natura sempre aperto davanti ai nostri occhi.
Un libro in parte trascritto negli acquerelli di Silvia e nel quale ciascuno può ritrovare la vera essenza.
Maria Elena Catelli
Catinaccio in autunno cm. 73,5 x 103 Collezione privata
Tema degli acquerelli di Silvia è l'ambiente alpino reale, concretamente abitato, visto e scelto dall'artista, ma visitabile e verificabile anche da noi, fruitori delle sue opere. Silvia restituisce ciò che quotidianamente può instancabilmente guardare, contemplare, approfondire, cogliere nelle sue variazioni geografiche, climatiche, stagionali, temporali, perché anche noi possiamo, di rimando, farne esperienza, tentando di avvicinarci alla profondità di sguardo che lei ha su ciò che ammira, apprezza e ama.
Nelle sue opere pittoriche, realizzate con la tecnica ad acquerello, che -si sa- richiede esperienza, precisione, prontezza, energia e grinta, e dipinte su supporto cartaceo di ottima qualità, emerge una natura incontaminata, quasi primordiale, caratterizzata da paesaggi luminosi, soleggiati, nuvolosi, innevati, verdeggianti, ma sempre preziosi, perché unici e toccanti.
Insieme ai tipici paesaggi dolomitici e oltre essi, in queste impegnative opere di grandi dimensioni si coglie la presenza di qualcosa di infinitamente grande e misterioso, capace di affascinare anche noi che guardiamo, fino a rapire cuore e mente, se osserviamo con attenta immedesimazione ciò che l'opera pittorica propone.
Silvia non si accontenta di descrivere l'esperienza fisica che lei fa dell'oggetto rappresentato, ma attraverso le sue sicure pennellate, mai approssimative né scontate, desidera introdurci a cogliere l'essenza ultima della realtà, che sta oltre l'apparenza visiva formale.
Direi che le montagne che Silvia Nava propone sono un segno della sua personalità pittorica e della sua profondità umana.
Gabriella Stabile Di Blasi - Storica dell'arte
Odle cm 99,5 x 135,5 Collezione privata
Ci sentiremmo nel bel mezzo di una poetica di stampo romantico, se nella Nava non mancasse del tutto l'attrazione per il sublime, per la natura, quindi, che provoca sconvolgimento interiore, facendoci avvertire tutta la nostra desolante piccolezza rispetto all'immensità dell'universo.
La montagna della Nava è invece serenità completa, che dall'esterno si mostra disponibile a improntare anche la nostra interiorità, conciliazione col mondo. a ben pensarci, c'è un senso dell'immanenza più rinascimentale che romantico: non c'è Dio sopra o dentro la montagna, semmai la montagna è già Dio per proprio conto, ma un Dio per nulla lontano, a contatto continuo con l'ambito umano.
Scenari di storie infinite, i paesaggi della Nava, scanditi da disegni sufficientemente accurati e colori che si sovrappongono ad essi con didattica diligenza, impiegando toni netti e robusti, poco inclini allo sfumato o all'intermedio. Sarebbe una valida illustratrice, la Nava.
Vittorio Sgarbi - Critico d'Arte
Marmolada cm 55 x 75 Collezione privata
C’è un rapporto di empatia negli acquerelli dell’artista lombarda, che si stabilisce tra l’oggetto e il soggetto che guarda. Si potrebbe dire che il soggetto di queste opere non sono le montagne, ma un cuore che guarda queste montagne e le ama.
Ma non si tratta di facile sentimentalismo. Piuttosto siamo di fronte ad una intensità emotiva che si immerge nella realtà e ne aumenta la trasparenza per viverne lo stupore e la gioia.
La sensazione forte di empatia che esprime l’artista, è veicolata -sì- dallo sguardo, ma nasce da un cuore appassionato, che nella sinfonia dei colori e nel pacato equilibrio della composizione, comunica una esperienza di unità con ciò che guarda, quasi una dichiarazione di amore fatta con le forme e i colori.
E’ attraverso questa esperienza di unità che la Nava possiede queste montagne e le conosce “una ad una”.
Silvio Prota - Architetto e critico d'arte
Val del Mezdì cm 75 x 105 Collezione privata
E' una pittura essenziale quella di Silvia Nava che vuole esprimere l'esperienza umana di chi intercetta il mistero dentro il reale, per coinvolgere ogni persona dentro il suo sguardo utilizza il tratteggio e ondeggia da una parte all'altra di ogni ambiente che dipinge. Ne risultano opere vive, grondanti di freschezza e vivacità, osservarle fa partecipare al metodo che Silvia Nava ha scoperto dipingendo, il metodo che tiene unite l'osservazione e l'espressione in un'armonia che affascina perché vera.
Le opere che Silvia Nava consegna sono tratti del mistero che rende bella la natura e la fa diventare spazio di vita per l'uomo.
Gianni Mereghetti
Sasso della Croce cm 75 x 105 Collezione privata
Silvio Prota - Architetto e critico d'arte
Sentiero cm. 55 x 75 Collezione privata
La descrittività dello opere si nutre del silenzio che alberga in questi paesaggi senza tempo, che I'artista esprime con attenzione e sensibilità.
Silvia Arfelli - Critico d'Arte
Alte cime cm 75 x 105 Collezione privata
Verso il cielo di un intenso e unico colore azzurro, con la capacità di realizzare una visione figurativa fatta di accenni naturalistici, di bellezze sconosciute, di sogni lontani, di desideri inappagati in una restituzione pittorica distesa in una neve di quel bel suo colore chiaro, sia fisico che spirituale, in un campo dai petali rossi, morbidi e carichi di voglia di conoscere la sottile estetica della vita.
Giorgio Falossi - Critico d'Arte
Ramo del Ticino cm 55 x 75
Claudia Sensi - Critico d'Arte
Lanca cm 50 x 70 Collezione privata
... nei lavori di Silvia Nava l'ispirazione viene alimentata dalle memorie, dalle visioni proveniente dai propri miti di origine e sfocia in immagini, in paesaggi reali e romantici allo stesso tempo come nella musica mendelsshoniana tutto è immerso in un ampio respiro lirico con l'utilizzo di mirabili tecniche esecutive: trasparenze, macchie, ombre e luci nelle quali troviamo un inimmaginabile, inimitabile, indescrivibile colore timbrico sempre mutevole e cangiante.
Sembra udire osservando questi lavori, una risonanza, un eco, una melodia, un canto della natura che ci invita ad osservarla prima con maggiore attenzione, poi con passione e amore....
Pietro Fornari - Pittore, Presidente del Gruppo Artistico Rosetum
Il Ticino e il Monte Rosa cm 55 x 75
Gianni Mereghetti - scrittore
Barca sul Naviglio Grande cm 55 x 75 Collezione privata
Mario Monteverdi - Critico d’arte
Il Ticino ad Abbiategrasso cm 55 x 75
Giuseppe Casiraghi - Critico d’arte
Riflessi in autunno cm 75 x 55
“ritratti di creature” ricchi di suggestione e di linfa….
… Il fascino di questi dipinti scaturisce, innanzitutto, dal sereno equilibrio governante l’incontro col reale e da scelte interpretative che, andando oltre la mera ovvietà delle apparenze dell’oggetto, sono protese a carpire l’armonia segreta delle strutture e dei ritmi, ma ancor più la fragrante bellezza di un momento che subito passa eppure riesce ad imprimere, nella memoria del cuore, una traccia perdurante nel tempo.
…Silvia Nava ha presentato dei grandi fogli su cui il limpido cromatismo e l’elegante scioltezza di tocco che le sono propri ci appaiono inseriti in una più evidenziata intelaiatura prospettica; in tale contesto, la plastica tridimensionalità dei tronchi arborei e l’ampio respiro degli scorci monumentali mette a fuoco una sicura pertinenza documentaria e, nel contempo, libertà poetica…
… un’artista giunta ad una non comune padronanza dei mezzi espressivi, per cui è ormai in grado di affrontare difficoltà che all’occhio esperto appaiono assai ardue.
Lo si avverte nell’elegante alternanza e nelle sapiente frammistione dei verdi, dei rossi, ora vellutati, ora fragili e trasparenti nei petali dei papaveri emergenti su una folla di candidi minuscoli fiori, nel biancore immacolato della carta….
…o in quel saper giocare per sottrazione – secondo le regole non facili della pittura ad acquerello - in “situazioni” narrative complesse, risolte con abilità coreografiche e fine sensibilità compositiva.
Ines Pessina - Critico d’arte
Papaveri cm 55 x 75 Collezione privata
… Pittrice dai toni caldi e suadenti, le si deve, soprattutto, una sensibilità delicata e sottile, l’accortezza d’una musicalità coloristica che non pecca d’eccesso, quel lasciarsi condurre dall’emozione nel farsi poi protagonista di sensazioni personali, di “parentesi romantiche” nel passaggio delle stagioni, nel riverbero d’una produzione acquerellistica incisiva e penetrante…
Luciano Giuseppe Volino - Giornalista
Prima nevicata cm 75 x 55 Collezione privata
Mauro Fassi
Cascata cm 54 x 36 Collezione privata
Gabriella Ricci - Pittrice, Presidente Gruppo Artistico Mediolanum
Ginestra cm 50 x 70 Collezione pubblica